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Lo svincolo dai Velo e la nascita dei primi Comuni in valle

E tra i padroni lontani e incontrollabili (la Serenissima e Vicenza erano entità astratte se non fosse stato per le tasse) e quelli concretamente vicini, come i Velo, scelgono di combattere quest'ultimi.
II processo di affrancamento feudale non è limitato alla sola Val Posina e neppure è riferibile ad un periodo specifico, essendosi prolungato per secoli. Le varie comunità poi godevano di una diversificata autonomia. Ci sono però alcuni momenti significativi di questo scontro antifeudale in valle che meritano opportuna rilevanza.
La prima comunità che riesce in modo abbastanza netto a sottrarsi dal controllo dei Velo, fu Posina. II documento relativo all'avvenimento e del 1462 ed e riportato da diversi storici che, più o meno direttamente, si sono interessati della valle.
Davanti alla chiesa di Posina s'incontrano in quell'anno i nobili Velo e i Procuratori della comunità. I primi concedono ai valligiani di eleggersi le cariche comunali (Consiglio di credenza, Sindaco, Merighi, Saltari...) fornendoli di un «patrimonio» consistente in boschi e pascoli, fissato entro limiti precisi. I Velo si riservavano alcuni pascoli sui Monti Toraro, Pasubio e Novegno e pretendevano il mantenimento delle tradizionali onoranze, in particolare del pranzo a spese della comunità nella festa di S. Margherita, che risultava essere il gravame più pesante.
Nasce così, praticamente, il Comune di Posina.
Per ottenere simili privilegi le comunità di Fusine, Laghi e Cavallara devono attendere il 1587. Già antecedentemente avevano tentato di affrancarsi. Continue istanze venivano inviate al doge di Venezia da detti valligiani. In esse si denunciavano la scomodità di recarsi a Velo, le piene dei fiumi, i sentieri impraticabili, il fatto che a Velo tutto veniva deciso sopra le loro teste con conseguenti liti talora cruente. Le loro richieste vengono comunque soddisfatte solo in quell'anno.
Furono fissati i nuovi confini e si cercò di distribuire equamente le «gravezze».
II Comune di Cavallara e Laghi, come ente a sé, staccato da Fusine, sorse invece più tardi: bisogna giungere al 1689. In quell'anno infatti dette comunità inoltrano al doge istanza di essere separate da Fusine. Descrivono la scomodità di raggiungere quel centro, parlano della rottura dei torrenti e dei ghiacci invernali e concludono dicendo che, non potendo intervenire alle adunanze, devono sottostare sempre al le decisioni altrui, situazione insopportabile, fomite di liti e ferimenti.
II doge comunica prontamente al Podesta di Vicenza che e concesso a Laghi e a Cavallara di separarsi da Fusine «nel temporale come per il passato... nello spirituale».
La sentenza del doge non fu accolta senza contrasti e risentimenti. I Fusinieri si sentirono defraudati e traditi, sia per i cespiti dei pascoli che ora venivano a mancare, sia per le spese che avevano sostenuto nella costruzione di un collegamento diretto con Laghi sul fianco del M. Gamonda. Le liti per la divisione dei pascoli e delle tasse dureranno tre anni. Fusine resterà comune a sé fino ai primi dell'800 e poi verrà unito a Posina.

(testo tratto dalla Guida Escursionistica delle Valli di Posina, di Laghi e dell'altopiano di Tonezza, autore prof. Liverio Carollo, sezione del CAI di Thiene e Sottosezione di Arsiero)

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